Milena Laudani Webdesigner © Giuliano Cardella 2024

Lo stile di Giuliano, informale e incentrato sul segno, è riconoscibile in tutte le sue opere, dai dipinti su carta o tela, alle ceramiche fino alle grandi installazioni realizzate in diversi contesti del territorio italiano. Giuliano non vuole infatti rappresentare né descrivere, ma utilizza il Segno e il colore come veicolo di trasmissione emotiva, coinvolgendo lo spettatore nel suo profondo vissuto. L’Opera non si genera dunque a partire da un bozzetto o seguendo uno schema logico, ma viene realizzata attraverso una sequenza di gesti creativi, spesso sovrapposti: in questo modo diverse stesure si sovrappongono senza cancellarsi, ma anzi evidenziandosi l’un l’altra in un armonioso insieme.
Svolgendo da anni il lavoro di gallerista, ho voluto e potuto visitare molti studi di artisti perché, oltre la visione e il giudizio che può venire dalla fruizione delle opere, ho la convinzione che solo nello studio si può veramente scoprire il mondo di un artista.
Visitare quell’universo privato significa attraversare un cammino in cui tutto parla. Le tele, le carte, i dipinti, i disegni, i tubetti dei colori, i pennelli che spesso sembrano fiori dal lungo stelo dentro un vaso, le matite, i pastelli, i carboncini, ogni cosa racconta il mestiere e la dedizione, la disciplina e o l’anarchia. Ormai ho una tale abitudine a decifrare i messaggi che vengono dagli oggetti, comprese le sedie, i tavoli, le lampade, la luce che entra dalle finestre che potrei, senza nemmeno vedere le opere, capire la vocazione dell’artista. Per farla breve, se, per esempio, entrate nello studio di un astrattista, noterete un ordine che addirittura meraviglia il nostro immaginario. Una pulizia maniacale. I tubetti dei colori sono tutti allineati come soldatini, addirittura in fila per gradazioni di colore, tutti i blu, poi i rossi, i viola e così via. Anche i pennelli hanno una loro disposizione, per grandezza. E’ proprio l’astrazione, quel processo di sottrazione, che molte volte giunge alle forme geometriche, che non permette divagazioni né licenze. L’ordine delle cose fa da contraltare, o meglio da specchio, all’ordine compositivo che, privo della figurazione, ha necessità di forme e colore equilibrati e ben definiti. Al contrario, se visitate lo studio di un artista informale, troverete un’esplosione di colori, un disordine creativo di materiali, pezze e strani oggetti macchiati di pittura, dei portacenere pieni e da tempo non svuotati, il pavimento stravolto da impronte indecifrabili con toni diversi, a volte sovrapposte. In quell’universo è la furia che comanda, non c’è nessun ordine, anzi c’è la negazione dello stesso. Lo studio traspira il modus, somiglia inequivocabilmente ai dipinti.


Così, entrando nella casa studio di Giuliano Cardella, la mia meraviglia arrivò da una situazione ambientale unica, che rare volte si può incontrare. Una casa elegante, un attico nel pieno centro moderno della città di Catania, con tante bellissime opere di Giuliano alle pareti , e negli scaffali, le sue meravigliose sculture poliedriche. Si respira l’aria serena del buon vivere e, sia Giuliano che il suo compagno Francesco, sono persone di una squisita gentilezza fuori dal tempo, di quella semplicità aristocratica ormai rara. Un ampio terrazzo, da cui si gode una bella vista sulla città e sul vulcano, arredato sobriamente, inonda di luce un salotto quasi privo di suppellettili, dove campeggiano alcune tele di grandi dimensioni, un impatto dirompente con l’ammaliante pittura di Giuliano. Poi ci si addentra nelle sue stanze di lavoro per godere di tutti i suoi lavori su cartone, accatastati in colonne, centinaia di fogli, e poi le opere già incollate a vivo su spessi telai di legno, o, addirittura, all’interno di antiche cornici fortemente rovinate dal tempo che creano un intenso corto circuito tra passato e presente.

E’ proprio da questa esperienza che è nato il titolo della mostra “In my rooms” organizzata nella mia galleria Carta Bianca, immaginata non solo come esplorazione nelle stanze dello studio, ma anche come ingresso nei luoghi della mente dell’artista; un’incursione nel suo incredibile mondo di sovrapposizioni, colori, segni, graffi e parole di un alfabeto sconosciuto.
E già, descrivendo lo studio, ho dimenticato di parlare delle opere di Giuliano Cardella che poi è la cosa più importante e l’argomento su cui dovevo scrivere.
A prima vista, le sue opere possono ricordare la Street art nei suoi veloci graffiti per le scritture polimorfe e per l’uso delle bombolette, poi invece si capisce che i lavori provengono da ben altra dimensione e, nonostante la gioia che trasmettono con una sovrapposizione di colori e segni che si ripetono in più opere come elementi portanti della sua identità, rimangono “irraggiungibili e misteriosi”... Mi piace guardare ad un mio lavoro concluso ed avere la sensazione di non essere io stesso in grado di afferrarlo completamente, di cogliere tutti i suoi possibili significati, proprio come uno spettatore che lo guarda per la prima volta. I miei sono lavori in continua trasformazione” (dalla presentazione per “Summer Exhibition 2007” alla Royal Academy of Art di Londra.
indelebili.


Milena Laudani Webdesigner © Giuliano Cardella 2024